GUIDA AI DIAMANTI

Come imparare a riconoscerli e ad acquistarli senza commettere errori

Vi siete mai chiesti da dove deriva la bellezza del diamante? Sembra ovvio ma in effetti è tutta opera della natura che nel tempo ha lavorato silenziosamente per creare oggetti puri bellissimi in grado di farci emozionare. I diamanti, come ad esempio quelli provenienti dal Sud Africa, si formano in un periodo di tempo risalente anche a 3 miliardi di anni fa.
Sono minerali cristallini che si formano nella parte superiore del mantello terrestre, sono costituiti di puro carbonio anche se possono contenere tracce minori di altri elementi chimici che contribuiscono ad influenzarne il colore e la forma. Nonostante tutto, solo una piccola parte dell’estrazione diamantifera arriva ad essere utilizzata nella realizzazione di gioielli.
La maggior parte dei diamanti estratti in tutto il mondo viene infatti destinata ad usi industriali proprio perchè quelli realmente perfetti per cui possono essere impiegati nel mercato delle pietre preziose sono in percentuale una rarità. Oltre però alla purezza intrinseca della pietra, è grazie alla mano dell'uomo ed alla sua capacità di tagliarlo e lucidarlo che la bellezza del diamante si rivela in tutto il suo immenso splendore.

LA CLASSIFICAZIONE DELLE 4C

E’ importante conoscere le caratteristiche dei diamanti, ove si voglia acquistarne uno. Un acquisto consapevole garantisce, infatti, la certezza di aver investito in un bene dalle caratteristiche specifiche che si sono scelte sulla base di criteri limpidi e trasparenti.

Il valore di un diamante si determina sulla scorta di 4 criteri (4C):

  1. Carat (il peso)
  2. Clarity (la purezza)
  3. Cut (il taglio)
  4. Color (il colore)

1. CARAT (il peso)

Il carato altro non è che il seme di carrubo e pesa circa 0,197 grammi. Oggi, il carato metrico, l’unità standard di peso usata per tutte le pietre preziose, pesa convenzionalmente 0,20 grammi.

2. Clarity (la purezza)

La purezza indica la presenza o meno di imperfezioni (inclusioni) o all’interno della pietra, formatesi nella fase di cristallizzazione, oppure sulla sua superficie fino all’interno della stessa.
La quantità delle imperfezioni, la loro dimensione, la loro posizione, la loro natura e il loro colore determinano il livello di purezza del diamante secondo una classificazione riferita alla pietra inclusa e ottenuta con l’esame alla lente 10 x: da ciò deriva che le imperfezioni non sono visibili a occhi nudo.
Ciò, inoltre, si traduce nel fatto che l’esame della pietra eseguita dall’occhio esperto di un professionista, eseguito con un microscopio con ingrandimenti maggiori di 10 x (20 x, 30 x, 40 x e oltre) consente di cogliere e osservare un eventuale numero maggiore di imperfezioni rispetto a quelle distinte con ingrandimento 10 x. Tuttavia, tali maggiori imperfezioni non possono concorrere a stabilire la purezza ai fini dello stabilire il valore della pietra.
Corollario a queste osservazioni, utile per l’acquirente, risiede nella circostanza che l’esame con ingrandimento a 10 x eseguito da un non professionista dà risultati ben differenti da quello eseguito con lo stesso ingrandimento da un professionista: a parità di ingrandimento, cioè, il primo non sarà in grado di cogliere le imperfezioni che il secondo rileverà facilmente. Ed è questa la ragione per cui l’acquirente deve sempre, comunque, rivolgersi ad un gioielliere cui ripone la massima fiducia.

Per completezza, indichiamo di seguito, la scala delle purezze:

  • IF Internally flawless
  • VVS 1 Very very slightly 1
  • VVS 2 Very very slightly inclusion 2
  • VS 1 Very slightly inclusion 1
  • VS 2 Very slightly inclusion 2
  • SI 1 Slightly included 1
  • SI 2 Slightly included 2
  • Piquet 1
  • Piquet 2
  • Piquet 3

3. Cut (il taglio)

Il taglio di un diamante può assumere tante forme, la più comune delle quali è quella rotonda. Ma vi sono anche quelle a cuore, goccia, navette (marquise), ovale, smeraldo, princess, ecc… dette “fantasia”. All’interno della classificazione della forma rotonda, è il taglio brillante il più diffuso, ritenuto quello che meglio rifrange la luce e consente alla pietra di esprimere la sua luminosità e il suo colore. Esso consta di 57/58 faccette diverse tra loro: prendono nomi diversi a seconda di dove sono collocate.
Il taglio deve rispettare specifici standard di proporzione e ogni standard ha riguardo del tipo di taglio. Scegliere un taglio anziché un altro dipende, naturalmente, dalla forma della pietra allo stato grezzo e sarà il tagliatore, dopo aver studiato la pietra grezza, a decidere quale taglio effettuare nell’ottica dello sfruttamento migliore del diamante, senza grandi perdite di scarti, in termini di carati.
Un taglio rispettoso delle proporzioni dettate dagli specifici standard di misura di cui si è detto sopra, consente di ottenere il massimo ritorno di luce della pietra, permettendo la produzione della cosiddetta brillantezza che si ha quando la luce esce rettilinea da una faccetta ad un’altra. E’ questo fenomeno che consente alla pietra di sprigionare tutta la sua luce. Un taglio non rispettoso dei parametri di proporzione impedisce alla pietra di esprimersi in tutto il suo splendore.

4. Color (il colore)

Il diamante può essere di tantissimi colori, non solo incolore o bianco eccezionale - i quali, peraltro, pur essendo in commercio, non sono poi così facili da reperire nelle gioiellerie. Invero, l’acquirente dovrebbe prestare attenzione alla lettera dell’alfabeto (dalla D fino a scendere alla Z) per comprendere quale colore ha la pietra che sta acquistando.

Oltre la lettera Z, vi sono i cosiddetti fancy color diamonds, meno frequenti da vedere, ma di una incredibile bellezza, e sono di tutti i colori. Sono rari o eccezionalmente rari, e il loro valore è naturalmente estremamente superiore ai diamanti naturali incolori.

Tuttavia, si trovano in commercio anche diamanti trattati, che consentono di ottenere colori modificati o più saturi.

Come già accennato, la classificazione del colore dei diamanti è la seguente:

  • D, E, F (diamante incolore)
  • G, H, I, J (quasi incolore)
  • K, L, M (leggermente tinto)
  • N, O, P, Q, R (giallo molto chiaro)
  • S, T, U, V (giallo chiaro)
  • W, Z (giallo).

CONCLUSIONI

Questo excursus sulla conoscenza delle caratteristiche fondamentali dei diamanti consente, dunque, di acquistare con maggiore consapevolezza queste meravigliose pietre ma, come ripetuto più volte in questo articolo, è di fondamentale importanza che l’acquirente si fidi del suo gioielliere che potrà guidarlo tra gli intricati meandri delle tante variabili di qualità della pietra.

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